Cibo (produzione), ambiente (sostenibilità) ed energia: ecco l’agricoltura del futuro. Se ne è parlato lunedì 19 giugno al Teatro Torti di Bevagna durante il convegno dal titolo “Sistema economico agricolo: fattori limitanti e percorsi di sviluppo”, tra strumenti a supporto dello sviluppo di sistema e aggregazione come sostegno alla sostenibilità, che ha concluso l’assemblea annuale di Confagricoltura Umbria.
Forniti dati sulla produzione agricola umbra: si produce poco, situazione preoccupante, la PAC (Politica Agricola Comune) incide troppo.
Soluzioni: migliorare tecnica produttiva e le relazioni con il mercato, gestire i rischi di produzione, puntare su agrisolare e agrivoltaico, passare da un modello gerarchico a un modello reticolare per andare verso una filiera di valore.
Il presidente nazionale Massimiliano Giansanti: “Agricoltura per fare reddito, generare occupazione, mantenere territori e dare futuro all’Italia”. La presidente della Regione Umbria Donatella Tesei: “Agricoltura fondamentale, settore strategico e identitario per la nostra regione”.
Premiati anche i 14 protagonisti della fusione, avvenuta dieci anni fa, delle unioni di Perugia, Terni, Orvieto e Federazione regionale, che ha portato all’unica Confagricoltura Umbria.
BEVAGNA – Produrre di più facendo utile, essere sostenibili e produrre più energia facendo reddito. Un cambiamento necessario che si può riassumere nel termine di “agricoltura smart”, passando da un modello gerarchico a un modello reticolare che genera valore. Questa è la sfida lanciata per un nuovo modello agricolo, che possa guardare al presente e soprattutto al futuro, durante l’incontro pubblico dal titolo “Sistema economico agricolo: fattori limitanti e percorsi di sviluppo” che si è tenuto lunedì 19 giugno al Teatro Comunale Francesco Torti di Bevagna.
Il convegno ha concluso l’assemblea generale ordinaria annuale di Confagricoltura Umbria che si è svolta in maniera privata con l’approvazione del bilancio.
Ai saluti da parte del sindaco di Bevagna, Annarita Falsacappa, che ha ringraziato Confagricoltura per aver scelto la città, per tradizione “un centro agricolo con prodotti di eccellenza”, ha fatto seguito l’introduzione di Fabio Rossi, presidente Confagricoltura Umbria: “Da sempre Confagricoltura punta a sostenere la produzione di più cibo di qualità e alla transizione ecologica, mettendo al centro le filiere”.
Angelo Frascarelli, docente di Economia e politica agraria all’Unipg, intervenuto come presidente ISMEA, ha poi dato una lettura della realtà agroalimentare e agroindustriale della regione, tra fattori limitanti e di sviluppo. “L’agricoltura di oggi è caratterizzata da un contesto di forte incertezza ma con volontà di cambiamento – ha affermato – mentre quella del futuro può essere descritta da tre parole come cibo (produzione), ambiente (sostenibilità) ed energia”.
Frascarelli ha inoltre fornito alcuni dati sulla produzione agricola umbra: “Si produce troppo poco e il dato sta peggiorando rispetto alla media nazionale con la situazione della produzione in Umbria che è quindi preoccupante”. Per Frascarelli quindi “dobbiamo produrre di più e dipendere di meno dalla PAC, visto che la regione ha una Politica Agricola Comune importante ma che stimola poco la produzione”.
L’Umbria, secondo i dati mostrati, risulta infatti la prima regione italiana in termini di incidenza dei pagamenti diretti sul reddito netto delle imprese (44,2%).
In un’epoca poi di volatilità dei prezzi “fortissima”, secondo Frascarelli le strategie che un agricoltore deve mettere in atto, oltre a quella di conoscere e valutare la PAC, sono: migliorare le relazioni con il mercato, stabilizzando il rapporto con questo; fare i conti e analisi economica a 5-10 anni; migliorare costantemente tecnica produttiva; gestire i rischi di produzione sempre più alti, visti i cambiamenti climatici, anche grazie alle coperture assicurative contro siccità, gelo e alluvioni.
Energia e stoccaggio CO2 poi come nuovi ruoli dell’agricoltura: “Tutti devono puntare su agrisolare e agrivoltaico, oggi siamo in epoca di agricoltura smart, per produzioni smart e consumatori smart e va cambiato quindi paradigma. Bisogna passare da una filiera supply chain a quella value chain e andare quindi verso filiera di valore. Chi tira il carretto non deve essere più l’agricoltore ma il consumatore. Bisogna partecipare attivamente al sistema, passando da un modello gerarchico a uno reticolare che genera valore”.
I lavori del convegno sono stati chiusi dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e da Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura.
Quest’ultimo ha messo l’accento sulla parola “utile”: “Parlare di utile per una impresa agricola è difficile oggi più che mai. Produrre di più portando utile è l’obiettivo verso cui tendere. Dal 1995 ad oggi – ha aggiunto Giansanti – l’Italia è il paese cresciuto di meno in area euro e questo deve farci riflettere perché forse la direzione che si è seguita finora è stata quella sbagliata. Per la nostra nazione è necessaria una politica agricola con progetti pluriennali per mettere al centro l’agricoltura non solo quando si parla di temi legati alla sostenibilità economica, ambientale e sociale. Bisogna dire fino in fondo che l’agricoltura è strategica e che siamo impresa alla pari di qualsiasi altro produttore, di industria e commercio. Finché non capiamo quale deve essere il modello agricolo in Italia non si faranno passi avanti. L’agricoltura deve fare reddito, generare occupazione, mantenere territori e fare utile, perché questo significa dare un futuro all’Italia”.
Di agricoltura “fondamentale” specialmente per una regione come l’Umbria ha parlato anche la presidente Tesei: “E’ un settore strategico e anche identitario perché il nostro paesaggio è qualcosa di irrinunciabile ed è così grazie ai nostri agricoltori. Di battaglie sull’agricoltura ne abbiamo fatte tante riuscendo soprattutto ad ottenere anche in questo settore tante risorse e per il futuro continueremo a farlo”.
Durante l’incontro sono stati premiati i 14 protagonisti della fusione, avvenuta proprio dieci anni fa, delle unioni di Perugia, Terni, Orvieto e Federazione regionale, con la nascita quindi dell’unione regionale agricoltori che conosciamo oggi come Confagricoltura Umbria. Il riconoscimento è andato a: Fabio Rossi, Cristiano Casagrande, Marco Caprai, Alfredo Monacelli, Vittoria Iraci, Rufo Ruffo, Franco Calmanti, Roberto Poggioni, Paolo Maiolini, Massimo Sorci, Donatella Verdogliak, Francesco Morabito, Igor Cruciani, Notaio Adriano Crispolti.
La discussione ha preso poi il via con “Gli Strumenti a supporto dello sviluppo di sistema”, la prima delle due tavole rotonde in programma moderata dal giornalista Antonello Brughini.
Sono intervenuti: Luigi Giganti, Unicredit (“Finanza per innovazione e sviluppo”); Daniele Caceffo Cattolica Assicurazioni (“Il rischio d’impresa”); Michele Michelini, Direzione sviluppo economico, agricoltura, lavoro, istruzione, agenda digitale Regione Umbria (“Politiche regionali per lo sviluppo”); Francesca Todisco, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Unipg (“Fattori limitanti: accesso alla risorsa idrica”); ed infine Nicola Modugno, direttore ITS Umbria Accademy, e Cristiano Casagrande, direttore Confagricoltura Umbria (“Formazione e lavoro”).
Casagrande ha ricordato i protocolli sottoscritti tra Confagricoltura Umbria e Università degli Studi di Perugia per guardare alla ricerca e alle sue applicazioni in campo agricolo: “C’è urgenza di soluzioni per rispondere ad obiettivi di sostenibilità visto anche la debolezza della struttura agricola nel recepire il cambiamento e per questo la nostra organizzazione non vuole lasciare indietro nessuno. La sinergia con l’Università punta a una progettualità concreta anche considerando che la carenza di manodopera comincia ad essere un problema”.
“Aggregazione: supporto allo sviluppo e alla sostenibilità economica” è stato invece il titolo della seconda tavola rotonda, moderata dal giornalista Giacomo Marinelli. L’incontro ha messo l’accento su due settori significativi per l’Umbria (olio e tartufo) e uno che è tornato (barbabietola) con la produzione ripartita in tutta la regione.
Sono intervenuti: Ivano Mocetti, presidente Costa D’Oro (“Aggregazione e co-branding”); Giovanni Tamburini, vicepresidente Coprob (“Filiera saccarifera italiana”); Francesco Loreti, Truffleland (“Riconquista produttiva delle aree marginali”) e Loretta Salano (Politecnico di Milano) che ha parlato della sfida vinta in merito alla produzione di biometanolo da biogas ricordando che proprio in Umbria, alla Fattoria Autonoma Tabacchi di Città di Castello, è nato l’impianto BIGSQUID (primo in Europa e probabilmente al mondo).
La tecnologia BIoGaS to liQUID (BIGSQUID) è stata infatti ideata dal Politecnico di Milano con il quale dal 2018 FAT (azienda che si occupa della produzione di tabacco, cereali, oleaginose, ortaggi, nocciole, energia elettrica tramite due impianti a biogas e diversi impianti fotovoltaici) ha stretto una collaborazione tecnico-scientifica nell’ambito dell’ingegneria di processo e dell’economia circolare.
Anche il presidente di Confagricoltura nazionale Giansanti, durante il suo intervento, ha espresso apprezzamento per questa “innovativa e significativa modalità di produzione di energie che si colloca nel solco dell’economia circolare e della sostenibilità” e ha ringraziato per questo Fattoria Autonoma Tabacchi.
In merito al tema dell’aggregazione anche il presidente di Confagricoltura Umbria Rossi ha ricordato che “è fondamentale aggregarsi anche per cominciare a produrre di più”. “Progetti di filiera necessari quindi – ha proseguito – anche per aumentare la produzione e trovare imprese illuminate pronte a collaborare come quelle che hanno parlato oggi è sempre una cosa positiva”.
A concludere gli interventi Roberto Morroni, assessore all’agricoltura della Regione Umbria: “Lo spaccato che è stato rappresentato oggi ha dato forza alle linee di indirizzo che abbiamo portato avanti in 3 anni di politiche agricole regionali dopo incontri serrati con le associazioni del mondo agricolo. Il nuovo mondo che avanza offre spazi di sviluppo al mondo agricolo come mai prima e l’impresa agricola deve creare valore e produrre reddito. Anche per questo stiamo puntando sulle filiere e sull’aggregazione dei produttori. Questo è un settore che in Umbria possiede energie per guardare avanti con fiducia”.