E’ stato firmato il nuovo contratto di lavoro per i quadri ed impiegati del settore agricolo della provincia di Perugia, che prevede un aumento di retribuzione del 2% a partire da luglio 2018, cui farà seguito un ulteriore aumento dello 0,61% da ottobre il nuovo contratto.
Il rinnovo è stato siglato lunedì 25 giugno a Perugia, presso la sede della Confagricoltura Umbria, dalle delegazioni datoriali di Confagricoltura, Cia e Coldiretti e dalle rappresentanze sindacali di Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil e Confederdia, Confederazione Italiana Dirigenti, Quadri e Impiegati dell’Agricoltura. Il nuovo contratto, che riguarda 200 aziende e 700 lavoratori del settore nell’intero territorio provinciale di Perugia, prevede anche il perfezionamento e l’ampliamento degli strumenti legati alla flessibilità del lavoro, l’introduzione di criteri per l’erogazione di premi di produttività, una rafforzata attenzione verso la formazione e la tutela degli impiegati che assumono responsabilità specifiche e l’introduzione di un tavolo permanente per il monitoraggio del lavoro impiegatizio di settore.
Soddisfazione è stata, dunque, espressa dal Presidente di Confagricoltura Umbria, Fabio Rossi, dal dirigente con delega alle trattative del sindacato umbro Rufo Ruffo e dal responsabile sindacale di Confagricoltura Umbria, Mario Liparoti, per l’importante risultato raggiunto a livello provinciale del capoluogo, che si va ad aggiungere a quello ottenuto, a livello nazionale, lo scorso 19 giugno con il rinnovo del CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti. Rossi ha sottolineato “il senso di responsabilità che ha qualificato l’intera trattativa da parte della nostra Organizzazione, nonostante le difficoltà che, a livello generale, stanno caratterizzando l’attuale fase economica”. Le imprese hanno fatto la loro parte – continua Rossi – nonostante la perdurante congiuntura economica negativa, le incertezze sulla futura politica agricola comune, aggravata dai forti ritardi dei pagamenti dei contributi comunitari nella nostra Regione, e il quadro ancora in divenire delle politiche economiche del nuovo Governo”.