Pennacchi, Confagricoltura: “Ora anche l’Umbria si adegui per non rischiare la chiusura di molti allevamenti e il fallimento di un settore primario”
“È stato finalmente siglato ieri in Lombardia l’accordo che tutti i produttori di latte attendevano da inizio mese e che, per motivi tecnici, era stato prima interrotto e riavviato poi nella giornata di ieri”. Così Matteo Pennacchi, presidente Zootecnia di Confagricoltura Umbria, commenta l’incontro tenutosi nella giornata di ieri da Lactalis, gruppo che comprende marchi a noi noti come Invernizzi, Cademartori, Locatelli e Galbani, e le associazioni agricole con il quale è stato fissato il prezzo del latte alla stalla per gli ultimi sei mesi dell’anno.
“L’accordo prevede – spiega Pennacchi – che venga riconosciuto alle stalle un prezzo al litro pari ad € 0,55 per i mesi di luglio ed agosto, € 0,57 per i mesi di settembre ed ottobre, € 0,58 per il mese di novembre ed € 0,60 per il mese di dicembre”.
“In un momento storico come questo – continua Pennacchi – nel quale le aziende sono state duramente colpite dall’impressionante innalzamento dei prezzi di materie prime, gasolio ed energia elettrica, il tutto aggravato da una stagione siccitosa che, a memoria d’uomo, mai era stata così feroce, sapere che è stato riconosciuto un prezzo più equo per l’attività svolta porta tranquillità al settore. Restiamo quindi in attesa che anche in Umbria il prezzo del latte venga, senza tentennamenti, immediatamente adeguato all’accordo siglato, pena la chiusura di molti allevamenti, la conseguente perdita di posti di lavoro ed il fallimento di un settore primario che, in tempi passati, era vanto regionale e noto a livello nazionale”.
È infatti noto che attualmente alcuni produttori umbri ricevono da trasformatori industriali attivi nel centro Italia prezzi in linea con la copertura dei costi di produzione ed in grado di assicurare una minima redditività. È altrettanto noto che la maggior parte di produttori al contrario conferiscono alla più importante realtà del territorio che ad oggi non li sta mettendo nelle condizioni di ricevere una liquidazione adeguata rispetto ai costi di produzione del latte.
In un momento nel quale la produzione di materie prime essenziali è divenuto strategico rischiamo, come mette in evidenza ancora Pennacchi, che nel momento di massima debolezza degli allevatori, schiacciati anche da alti costi di produzione e penuria di foraggi, si vedano crollare le migliori stalle da latte presenti in Umbria.
E’ quindi necessario per Confagricoltura Umbria che prenda subito corpo un dibattito specifico, se non intervengono in tempi rapidi segnali di disponibilità a liquidare il latte con prezzi in linea con il trend degli accordi in essere.
Ricorda inoltre Pennacchi che i costi di produzione nelle colline e montagne umbre sono molto superiori a quelli della fertile pianura padana.