Insoddisfazione da parte del sindacato rispetto agli impegni presi e mai rispettati nel corso degli incontri con l’Agenzia
L’apertura di uno sportello in Umbria da parte di Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, è quanto richiede con forza Confagricoltura Umbria per poter facilitare le aziende agricole nella presentazione delle domande di contributo e per risolvere con maggiore celerità le problematiche che ne impediscono il pagamento.
“Fin dal settembre dell’anno scorso -ha ricordato il Presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi– uno degli impegni presi è stato proprio quello di mettere Confagricoltura e le altre organizzazioni in condizione di individuare le anomalie nelle domande di contributo che ne ritardano o addirittura bloccano il pagamento, dando alle stesse organizzazioni sul territorio la possibilità di intervenire, adeguando o integrando la domanda stessa al fine di facilitare e rendere più veloce il pagamento dei contributi. Ad oggi -prosegue Rossi- nulla di tutto questo è stato fatto e, ancora una volta, AGEA -dopo nove mesi- si limita a dirci “che è quasi tutto pronto per attivare questo servizio e nel breve sarà messo a disposizione”. In tal senso anche l’assessore Cecchini ha ribadito ad AGEA come sia fondamentale la presenza di uno sportello “attivo”in Umbria, in grado cioè non soltanto di rilevare le criticità ma con la possibilità operativa di intervenire per superarle e risolverle.”
Confagricoltura Umbria, dopo l’incontro del 4 maggio scorso, esprime dunque totale insoddisfazione per la mancanza di assunzioni di responsabilità, di impegni generici, più volte presi, anche negli incontri del settembre 2017 e di febbraio 2018, e mai finora rispettati.
Secondo l’organizzazione sindacale la situazione è grave, con un progressivo accumularsi di anni di ritardo nei pagamenti per le aziende locali, anche più strutturate, con dipendenti, con fatturati importanti, che cercano di stare sul mercato. Ritardi che, a cascata, creano ulteriori incertezze per il futuro stesso delle aziende e “inquinano” il rapporto con le banche, dando vita ad un circolo vizioso a danno delle imprese agricole. A ciò si deve aggiungere -come è emerso chiaramente dagli interventi nel corso dell’ultimo incontro- un dialogo “difficile ed inadeguato” tra Regione dell’Umbria ed AGEA, di cui a fare le spese -ancora una volta- sono le aziende.
“Appare sicuramente paradossale -ha proseguito Rossi– l’accusa fatta da Agea di una eccessiva burocratizzazione della PAC e di un suo “mancato coinvolgimento nella fase di definizione dei PSR e delle procedure”, perseverando in un odioso rimpallo di responsabilità tra istituzioni che condanniamo fermamente.”
Eppure, il costo di Agea per il nostro Paese -ha denunciato Confagricoltura- è pari a 450 milioni di euro in 9 anni, come è stato accertato nel 2015 da una commissione parlamentare d’inchiesta, ovvero una cifra equivalente ai PSR della regione Liguria e Basilicata.
Opportune sono apparse secondo i vertici di Confagricoltura Umbria, le sottolineature fatte nelle conclusioni dalla Presidente Marini e dall’assessore Cecchini nel denunciare l’insostenibilità della situazione. Aver scelto Agea come organismo pagatore è stata per la regione dell’Umbria una scelta di condivisione con altre regioni e di economie di scala, ma è stato altresì ricordato come in frequenti occasioni istituzionali, è emerso più volte il problema dei ritardi e dell’incapacità di AGEA a dare risposte, situazione che ha spinto altre regioni a costituire propri organismi pagatori.