L’azienda di Orvieto è quella con i livelli più elevati: il riconoscimento durante la presentazione dei risultati del progetto nazionale voluto da Confagricoltura e Reale Mutua per valorizzare il contributo dell’agricoltura alla ripresa e alla crescita sostenibile del Paese. Tra le prime 100 imprese agricole delle quasi 2mila partecipanti, di tutti i comparti produttivi e di tutte le regioni d’Italia, ci sono altre 3 aziende umbre
Valorizzare il contributo dell’agricoltura alla ripresa e alla crescita sostenibile del Paese: questo lo scopo di AGRIcoltura100, un progetto nato dalla volontà di Confagricoltura e di Reale Mutua di rilevare la sostenibilità delle imprese agricole e monitorarne l’evoluzione nei prossimi anni. Prima nella graduatoria finale stilata per questa prima edizione è una azienda umbra operante nel settore vitivinicolo: la Società Agricola Barberani di Orvieto.
La presentazione è avvenuta giovedì 4 marzo nel corso di un incontro online moderato da Sebastiano Barisoni, vice direttore esecutivo Radio24, in cui è intervenuto anche il neo Ministro all’Agricoltura Stefano Patuanelli e Luca Filippone, direttore Generale Reale Mutua, Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura, Vittorio Amedeo Viora, Accademia di Agricoltura di Torino, Enea Dallaglio, Innovation Team – Gruppo Cerved.
L’azienda, la Cantina Vinicola Barberani, vanta ben 60 anni di storia da tre generazioni, produce vini certificati BIO e VEGAN ispirati dalla filosofia biodinamica. “La nostra azienda coniuga i principi dell’agricoltura biologica con la propria filosofia di esaltare il meglio del territorio” dichiarano i fratelli Barberani a commento del riconoscimento ottenuto per poi aggiungere: “Si è fatto molto di più di quanto effettivamente richiesto dai disciplinari BIO e VEGAN nel diminuire l’uso di rame e zolfo nei vigneti, sino a ridurre drasticamente le quantità legalmente consentite e optando per l’utilizzo di prodotti naturali alternativi per aumentare la forza e la durata delle viti. Tutti gli sforzi sono concentrati nel garantire che ogni singolo grappolo coltivato sia totalmente naturale. Si lavora con il massimo rispetto dell’ambiente circostante, dalla potatura e interramento degli scarti all’antica tecnica di utilizzare il sovescio con cereali, fertilizzanti organici e trattamenti a base vegetale”.
“Fin dagli anni ’80 – prosegue Niccolò Barberani, enologo – abbiamo scelto di rendere conto dell’identità della nostra terra sposando i principi dell’agricoltura biologica tradizionale. Per secoli questa terra è stata autosufficiente e gestita in modo tale da reintegrarsi con le proprie risorse. Adottando un approccio biologico in tutti i vigneti, gli oliveti e la tenuta nel suo complesso, possiamo preservare la vitalità originale dei nostri suoli. Di conseguenza, i nostri vini hanno un’identità sempre più pronunciata che suscita grandi emozioni”.
“Continuiamo a credere – interviene Bernardo Barberani, direttore commerciale – che il vino incarni veramente il suo luogo di nascita e sia un accompagnamento essenziale per la buona cucina e per i momenti più belli della vita che condividiamo gli uni con gli altri”.
Nel 2020 hanno partecipato al progetto AGRIcoltura100 1.850 imprese agricole di tutti i comparti produttivi e di tutte le regioni d’Italia.
Graduatoria generale ordinata per score complessivo che ha premiato le imprese con il livello più elevato di sostenibilità a livello generale (ESGD): dopo Barberani, al secondo posto l’Azienda Agricola Iori S.R.L. di Avezzano (AQ, Abruzzo) e al terzo la Società Agricola Cupidi Alessio e Leonardi Roberta S.S. di Gallese (VT, Lazio).
Ma sono altre tre le aziende umbre che sono rientrate comunque tra le prime 100: la Fondazione per l’Istruzione Agraria in Perugia , Bea Paolo di Montefalco e Arnaldo Caprai Società Agricola Srl di Montefalco .
Con più di un milione di imprese che danno lavoro a 3,5 milioni di addetti, e con un fatturato di 73 miliardi di euro, l’agricoltura è un settore portante della nostra economia, come è stato ricordato durante l’incontro. Ed è la base della filiera agroalimentare, l’industria principale del Paese, il cui fatturato costituisce circa il 15% del PIL. L’agricoltura è uno dei settori più competitivi del sistema produttivo italiano.
Agricoltura100 si basa quindi sulla convinzione che la sostenibilità si propone come valore guida per la ripresa del Paese, orientandola verso modelli di produzione e di consumo capaci di correggere gli squilibri sociali e ambientali che minacciano la nostra epoca.
L’indagine e l’analisi sono state affidate a Innovation Team, società di ricerca del Gruppo Cerved. Sulla base dei dati raccolti è stato attribuito a ogni partecipante l’Indice AGRIcoltura100, che misura il livello di sostenibilità dell’impresa agricola, le aziende ricevono il proprio indice e sono supportate per raggiungere risultati sempre più performanti. AGRIcoltura100 premia così ogni anno le imprese agricole più impegnate nella sostenibilità.
Quest’anno i premi sono stati assegnati alle prime 3 imprese che si sono distinte particolarmente, tra cui al vertice l’azienda orvietana, e ad altre 6 imprese con menzioni speciali: attenzione all’impatto ambientale, qualità del lavoro e occupazione dei giovani, gestione del suolo, qualità alimentare, rapporti di rete e di filiera, valorizzazione delle produzioni.
Il modello di analisi di AGRIcoltura100 elabora i dati di 234 variabili e produce per ogni azienda 17 indici per altrettanti ambiti di sostenibilità, raggruppati in 4 aree: sostenibilità ambientale; sostenibilità sociale; gestione dei rischi e delle relazioni; qualità dello sviluppo.
Nel 2020, durante l’emergenza provocata da Covid- 19, l’agricoltura italiana ha svolto un ruolo fondamentale per la tenuta del Paese: anche nei periodi di massimo rischio sanitario le imprese agricole non hanno mai interrotto le attività mantenendo la continuità produttiva e assicurato l’approvvigionamento del Paese, garantendo alti livelli di sicurezza per i lavoratori e per i consumatori. Durante la pandemia, inoltre, con la sua crescita ha contribuito in modo significativo a mitigare la recessione, ed ora si appresta a offrire un apporto determinante alla ripresa.
Dall’analisi è emerso che l’area della sostenibilità ambientale è quella in cui si registra il maggiore impegno delle imprese agricole declinata secondo diversi modelli. Durante l’incontro è stato evidenziato che proprio l’emergenza ha determinato impatti significativi anche nella cultura aziendale, dando un nuovo significato agli obiettivi e alle politiche di sostenibilità. Una buona metà delle imprese agricole interessate all’indagine hanno dichiarano che la sostenibilità è aumentata di importanza in tutte le aree: ambientale (52,4%), sociale (50,5%) e nella gestione del rischio e delle relazioni (48,7%). E per metà di queste, circa un quarto del totale, la sostenibilità si è imposta come una priorità aziendale.
Gli imprenditori agricoli manifestano quindi la convinzione che la sostenibilità si imporrà come fattore di successo per le loro aziende. Investendo nella sostenibilità, le imprese agricole non generano solamente un impatto positivo nell’ecosistema sociale e ambientale ma irrobustiscono il proprio business e ne rafforzano la capacità competitiva.
Sono ritenute scelte importanti: la qualità del prodotto per garantire la salute dei consumatori; l’impegno per la protezione dell’ambiente; occuparsi maggiormente della filiera e fare rete tra imprese; investire maggiormente nell’innovazione; rafforzare l’impegno sociale a sostegno dei lavoratori e della comunità.
Al link la presentazione del progetto e il riconoscimento a Barberani sul canale YouTube di Confagricoltura