Inviata una lettera all’assessore regionale alle politiche agricole e agroalimentari Roberto Morroni, visto pure che si sta entrando in una fase di sofferenza di liquidità, con alcune richieste: accelerazione pagamenti e anticipo acconti, facilitazione del credito, rispetto degli impegni
legati alla partecipazione di aziende a bandi pubblici, concordare con Governo e AGEA provvedimenti per affrontate le prossime scadenze burocratiche.
Risollevare, infine, il turismo rurale: presenze diffuse per minore rischio di trasmissione virus,quando gli spostamenti saranno tornati liberi, e sviluppo del turismo ambientale.
Presidente Rossi sul Governo nazionale: “Come maggiore associazione datoriale dell’Umbria siamo fiduciosi per gli interventi, auspichiamo efficaci e pronti all’uso, che si adotteranno in materia di lavoro e sostegno alle imprese agricole”.
Una serie di problematiche stanno investendo sempre più le imprese umbre del settore agricolo e agroindustriale a seguito degli effetti derivanti dall’epidemia da coronavirus. Il presidente di Confagricoltura Umbria, Fabio Rossi, ha così inviato una lettera all’assessore regionale Roberto Morroni mettendo in evidenza, con tutte le diversificazioni del caso e naturalmente non dimenticando il momento di difficoltà che coinvolge tutti, il timore che ben presto di problematiche ne seguiranno altre. “Quindi è necessario, mentre si tutela prima di tutto la salute delle persone, iniziare anche a riflettere bene su come ripartire” afferma Rossi.
Tutte le imprese infatti, specialmente quelle più esposte sul piano commerciale e che più rapidamente risentono dei contraccolpi della riduzione degli ordini (soprattutto esteri), stanno entrando in una fase di sofferenza di liquidità. Per Confagricoltura Umbria è quindi necessario contrastare questa difficoltà attraverso due percorsi. Il primo è senza dubbio l’accelerazione dei pagamenti PAC (aiuti diretti e sviluppo rurale – PSR) e OCM ed anticipare conseguentemente gli acconti. Il secondo è la facilitazione del credito attivando le forme di garanzia sostenendone i costi come pubblica amministrazione (gli strumenti per l’associazione più efficaci sono le garanzie ISMEA e in seconda battuta Gepafin) evitando che gli stessi costi delle garanzie gravino sui bilanci delle imprese.
Nel contempo ci sono problematiche evidenti o prossime circa il rispetto degli impegni legati alla partecipazione delle aziende a bandi pubblici OCM e PSR. Ad esempio i soggetti beneficiari di misure di promozione possono trovarsi nella situazione di non poter svolgere attività programmate (ad esempio la partecipazione di una fiera all’estero, quando l’emergenza sanitaria sarà finita) ovvero che la posticipazione della missione all’estero non possa avere alcuna utilità perché ricadrebbe in una fase inefficace per le dinamiche commerciali. Talvolta banalmente l’evento programmato è stato o verrà ri-calendarizzato (es. Vinitaly e AgriUmbria). La ri-calendarizzazione di un’eventuale missione potrebbe anche dover essere fissata a 12 mesi. Problematiche simili possono riscontrarsi per motivi anche tecnici ad esempio nell’avanzamento dei lavori per attività che richiedono investimenti, essendo a rischio anche la puntualità delle forniture di beni e servizi. Tali situazioni potrebbero trovare un’incompatibilità con i tempi di fine progetto e rendicontazione.
Infine vi è il rischio che le situazioni emergenti mettano in crisi le scadenze burocratiche previste nei prossimi sei/nove mesi: possibili assenze per quarantena, congedi parentali. Queste evenienze possono riguardare sia la pubblica amministrazione che i soggetti privati deputati ai servizi correlati ai rapporti con la pubblica amministrazione. Si potrebbe dover arrivare alla situazione di dover inibire la presenza del personale al lavoro con ovvie ripercussioni sulla produttività ed il rispetto degli impegni. Confagricoltura Umbria chiede quindi di adottare, ovvero concordare con Governo e AGEA provvedimenti che tengano conto di queste problematiche. È oltremodo urgente poter disporre quanto prima di un quadro certo affinché ogni realtà possa riprogrammarsi.
Il sindacato degli agricoltori umbri chiede anche di risollevare il turismo rurale per valorizzare le aree marginali, puntando alle presenze diffuse (minore rischio di trasmissione del virus, a cominciare da quando sarà tolto il divieto di spostamento posto in essere con l’ultimo decreto) oltre che, per il futuro, ad un turismo ambientale.
Confagricoltura chiede, quindi, che al più presto si inizino anche ad affrontare nelle sedi opportune queste delicate questioni che rischiano, se non affrontate subito, di avere conseguenze catastrofiche su tutto il comparto agricolo umbro, ma anche su quelli da cui esso dipende (ristorazione, ristorazione collettiva, grande distribuzione, grossisti, commercio estero), dei prossimi anni. “Dalla crisi sanitaria un piano per far ripartire l’economia” pertanto, come ha sottolineato anche il presidente di Confagricoltura nazionale Massimiliano Giansanti intervenendo a Palazzo Chigi all’incontro del Governo con le parti sociali. Nell’occasione il presidente Giansanti ha proposto una serie di misure straordinarie da adottare, per le quali sono richieste risorse congrue e strumenti incisivi.
E Confagricoltura Umbria, come maggiore associazione datoriale dell’Umbria, “è fiduciosa per gli interventi che il Governo adotterà in materia di lavoro e sostegno alle imprese agricole” sottolinea il presidente Rossi, con l’auspicio, aggiunge, “che saranno efficaci e pronti all’uso”.