INCENTIVATI I PARTENARIATI TRA AZIENDE AGRICOLE E AGROALIMENTARI PER LA CREAZIONE DI UNA FILIERA IN GRADO DI COMPETERE SUL MERCATO INTERNAZIONALE
C’è tempo per presentare i progetti e le relative aggregazioni fino al 16 marzo.
Nella sede di Confagricoltura Umbria, questa mattina, l’incontro con gli imprenditori e la Regione per spiegare come fare
Dopo l’accelerazione che il percorso per lo sviluppo della produzione corilicola nell’intero territorio regionale ha subito lo scorso anno, il 2019 si apre con un’importante novità, tanto attesa da molte imprese agricole e agroalimentari del territorio. Lo scorso 16 gennaio, infatti, la Regione dell’Umbria ha emanato il bando per la creazione e lo sviluppo di una filiera corta regionale per il nocciolo, mettendo a disposizione ben 2 milioni e 600 mila euro a valere sul PSR 2014/220.
Di fatto, si tratta di incentivare aggregazioni tra agricoltori, che si impegnano a realizzare gli impianti per la produzione, e soggetti intermedi che si impegnano ad acquistare le produzioni di nocciola per lavorarle e venderle, così da permettere al settore corilicolo umbro di inserirsi in maniera adeguata e competitiva nel mercato nazionale e internazionale.
“Si tratta di un passo importante per molti agricoltori umbri, considerando anche che oltre il 60% dei terreni della nostra regione è adatto alla coltivazione del nocciolo.” –ha spiegato Fabio Rossi, Presidente di Confagricoltura Umbria– “Se è vero che ci vorranno almeno 4/5 anni prima che un impianto entri a regime, non vi è dubbio che la nocciola abbia potenzialità di reddito molto più elevate di altre coltivazioni tradizionali per la nostra regione, con un impatto minimo sull’ambiente, limitato, principalmente, a uno/due trattamenti contro la cimice.”
“L’obiettivo della Regione con questo bando –ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Fernanda Cecchini– è proprio quello di diversificare la nostra agricoltura tradizionale, affiancando alle altre colture quella della nocciola, con una filiera solida, che possa dare slancio al territorio. D’altro canto, la coltivazione della nocciola è particolare, richiede diversi anni prima di entrare a regime e per questo ha bisogno di prospettive certe.”
IL MERCATO – La nocciola rappresenta, dunque, un’opportunità per le aziende agricole della regione, interessate a diversificare le proprie produzioni. Già dall’anno scorso, alcune grandi aziende del settore dolciario, leader sul mercato, si sono mostrate concretamente interessate alla produzione corilicola regionale, con contratti sottoscritti o in fase di sottoscrizione che danno la garanzia di collocazione sul mercato fino a venti anni.
L’Italia, del resto, è il maggior utilizzatore di nocciole e il secondo produttore mondiale. Tuttavia, la quantità prodotta internamente non è attualmente sufficiente a coprire la domanda nazionale e il ricorso alle importazioni dalla Turchia è inevitabile. Il paese medio orientale è il primo produttore al mondo di nocciola, con circa il 70%, ma la sua produzione è sottoposta a problemi di volatilità dei prezzi, non sempre adeguata qualità delle produzioni e variabilità delle quantità prodotte di anno in anno. Da qui l’interesse del nostro paese ad incrementare gli impianti regionali di nocciole per poter avere una maggiore produzione locale, in grado di garantire una più elevata qualità, oltre a prezzi più stabili e costi più contenuti.
IL BANDO – A beneficiare del finanziamento regionale saranno sia le aziende di trasformazione, individuate come capofila del progetto di filiera, intermediari tra i produttori e il mercato, sia le imprese agricole di produzione delle nocciole. Le prime si impegnano ad acquistare la materia prima, dagli agricoltori della filiera e a curare -direttamente o per il tramite di terzi- tutte le fasi di lavorazione della materia acquistata dagli agricoltori, in modo da renderla idonea per la commercializzazione
La domanda dovrà essere presentata dall’azienda capofila del partenariato entro 60 giorni dalla pubblicazione del bando, ovvero entro il prossimo 16 marzo. Potranno essere ammesse tutte le spese relative all’intervento, documentate e sostenute dopo la presentazione della domanda (salvo alcune spese propedeutiche individuate).
I progetti presentati saranno valutati da un’apposita commissione e sarà stilata una graduatoria sulla base dei punteggi ottenuti, fino all’esaurimento dei fondi a disposizione.
Una volta che il partenariato sia stato ammesso a finanziamento, i soggetti dovranno stipulare appositi contratti, come previsto dal progetto di filiera presentato.
“La forma associativa prevista dal bando per le imprese che intendono partecipare –ha spiegato il dirigente regionale Giuliano Polenzani– è sicuramente un valore aggiunto per gli agricoltori locali, che in questo modo possono avere un’interlocuzione più autorevole con il mercato. Al momento, il bando riguarda solo l’impianto dei noccioleti, considerati anche i tempi di resa, in un secondo tempo valuteremo anche la possibilità di lavorare la nocciola direttamente nella regione.”